WP 1 – Vulnerabilità sismica

Nella prima sezione della ricerca, si è tentata la difficile delimitazione della vulnerabilità, che assume un particolare rilievo nella prospettiva di interventi di prevenzione e ricostruzione. Tra i due fattori del rischio – secondo la nota definizione di Rischio (R) come prodotto complesso tra fattori della Vulnerabilità (V) e  quelli della Pericolosità (P) - la maggior parte degli interventi sono ovviamente rivolti ad abbassare i livelli della Vulnerabilità, essendo la Pericolosità sismica non modificabile in sé, ma  soggetta soltanto ad una conoscenza più approfondita e articolata, da tenere ben presente nelle scelte di localizzazione e di intervento.

Le aree sismiche del Lazio sono aree che presentano numerose fragilità connesse all’abbandono e alla scarsa vitalità economico-territoriale. Si tratta di fragilità relative a edifici e  infrastrutture, dovuti alla carenza di interventi di miglioramento sismico adeguati ai livelli di pericolosità, a una cultura delle “ristrutturazioni”   del tutto avulsa dagli scenari di rischio soprattutto dei centri storici. A queste fragilità si sommano quelle dell’invecchiamento delle popolazioni, di un tessuto produttivo poco propenso all’investimento in settori innovativi (quali per es. salute e benessere, integrazione tra beni culturali e turismo sostenibile, ecc.) e all’inevitabile oblio delle radici collettive dell’appartenenza territoriale, con le sue specificità e la sua storia.

La fragilità, di fronte agli scenari di un pericolo grave come quello sismico, genera elevati livelli di vulnerabilità: edifici, centri abitati, comunità e territori diventano estremamente vulnerabili, possono cioè essere feriti facilmente e gravemente, compromettendo le possibilità di reazione positiva al trauma (resilienza).

Diventa quindi essenziale conoscere approfonditamente i diversi parametri di fragilità, che nel loro insieme concorrono a determinare la vulnerabilità di un territorio e dei suoi insediamenti storici.

Al fine di supportare scelte e attività di amministrazioni locali per il  miglioramento  sismico dei centri storici il progetto SISMI ha delineato percorsi di indagine integrata, multidimensionale e transdisciplinare, nella convinzione che la sicurezza del territorio e dei beni storico-culturali sia l’esito di un processo dinamico di riduzione del rischio a cui collaborano sia elementi fisico-strutturali che elementi socio-culturali, in grado di garantire e promuovere la resilienza delle comunità locali.

Per mettere a fuoco la vulnerabilità complessiva di un contesto rispetto al pericolo sismico è necessario cioè utilizzare metodologie fortemente trans-scalari capaci di tenere insieme territori vasti con diversi tipi di insediamenti e collegamenti, centri storici,  aggregati edilizi, singole unità edilizie e diverse  tecniche costruttive, prendendo in considerazione contemporaneamente componenti relative alle comunità insediate e ai loro tratti socio-culturali ed economici, facendo dialogare competenze specifiche del restauro, della storia dell’architettura e della città, della progettazione a architettonica e del paesaggio, dell’urbanistica, della psicologia ambientale, ecc.

Il progetto Sismi ha declinato questa complessità in rapporto ad alcuni centri tematici particolarmente significativi nell’area laziale:

a. Centri storici – Indagini sulla vulnerabilità dei centri storici e dei loro contesti, per la conoscenza approfondita delle debolezze connesse al processo evolutivo di aggregati e unità edilizie, alle caratteristiche dei tipi edilizi, alle tecniche costruttive e ai materiali tradizionali. La corretta raccolta, interpretazione e sistematizzazione di dati sulla vulnerabilità dei centri storici è una condizione irrinunciabile per favorire la tutela e la sicurezza del patrimonio culturale inteso come “paesaggio storico urbano”.

b. Paesaggi e comunità - indagini relative al livello di vulnerabilità dei paesaggi intesi come insieme di relazioni storiche, culturali, economico-produttive tra comunità insediate e territori, che gli eventi catastrofici possono indebolire o compromettere, specie se in presenza di fragilità e criticità pregresse. In questo quadro di riferimento il paesaggio non è inteso come sfondo o vincolo ma come insieme di relazioni evolutive, materiali e immateriali, che legano territori, comunità, modi di abitare, produrre, utilizzare le risorse ambientali e riferimento centrale del processo di ricostruzione, messa in sicurezza attiva e rilancio economico e sociale dell'area colpita dal sisma. Conseguentemente, le comunità non devono essere considerate passive e inermi di fronte alle emergenze, ma soggetti attivi capaci di migliorare il proprio livello di resilienza e le proprie modalità di relazione con il rischio, nei suoi vari aspetti e nelle diverse fasi.

c. Architettura e identità - indagini sulle prestazioni degli edifici strategici (scuole, edifici produttivi, sedi amministrative) e sulle nuove architetture, sia temporanee che permanenti, in situazioni di emergenza e nel processo di ricostruzione, non solo in termini di funzionalità e versatilità, ma anche in termini di iconicità (comunicazione di valori di sicurezza, accoglienza, identità), compatibilità e dialogo con i contesti storici.

Prodotti di ricerca WP1

-    Criteri accreditati e implementabili per valutare trasformazioni, stato di conservazione e indici di vulnerabilità del costruito storico

-     Modelli interrogabili e ampliabili per la ricostruzione virtuale – ante e post sisma – dei centri storici e per la gestione di dati e informazioni storiche multidimensionali

-    Criteri di lettura del costruito storico in grado di interpretare elementi e tecniche di prevenzione sismica della tradizione locale per migliorare qualità e prestazioni dei progetti di recupero e prevenzione

-        Sistema di conoscenze per la valutazione delle fragilità territoriali, delle risorse locali e delle opportunità innovative per il rilancio economico e sociale

-        Indicatori ripetibili e confrontabili per valutare la resilienza della comunità

-        Sistema di valutazione delle possibili risposte che l’architettura può fornire in situazioni di emergenza e ricostruzione

-        Metodo ripetibile di analisi e progettazione partecipata per l’individuazione degli elementi identitari dei centri urbani e la loro valorizzazione

Gruppo di ricerca WP1

Responsabile: Heleni Profyriou


La Carta del Rischio per i centri storici. Conoscenza e gestione del patrimonio storico applicato a due centri laziali
Responsabile: Donatella Fiorani
Gruppo di ricerca: Carlo Cacace, Maria Elena Corrado, Antonella Negri, Maria Letizia Mancinelli
Marta Acierno, Silvia Cutarelli, Adalgisa Donatelli, Annarita Martello

Sistema di conoscenze dirette e indirette per la rappresentazione 3D dell’edificato storico. Il caso studio di Cornillo Nuovo
Responsabile: Daniela Esposito
Gruppo di ricerca: Marco Canciani, Daniela Concas, Fabrizio De Cesaris, Antonio Mirandola, Mauro Saccone, Giulia Catalani, Francesca Romana Calandrelli, Daniela Cotugno.

Conoscenza dei sistemi costruttivi locali per interventi di conservazione, miglioramento e messa in sicurezza di centri storici e singoli edifici a rischio sismico. Il caso studio di Leonessa
Responsabile:  Michele Zampilli
Gruppo di ricerca: Marianna Larovere, Lea Fanny Pani, Marco Canciani, Mauro Saccone, Marco D’Angelico

La resilienza territoriale: condizioni di partenza e progetti di innovazione per le aree interne del Lazio e Profili di vulnerabilità territoriale
Responsabile:  Cristina Imbroglini
Gruppo di ricerca: Ettore Guerriero

La resilienza comunitaria: cornice concettuale e strumenti di misura
Responsabile: Marino Bonaiuto
Gruppo di ricerca: Silvia Ariccio

L’architettura per ricominciare
Responsabile: Orazio Carpenzano
Gruppo di ricerca: Fabio Balducci

PlaceMaker. Ricostruzione dell’identità urbana nei luoghi colpiti dal sisma e Letteratura scientifica internazionale sui temi del sisma. Nota sintetica
Responsabile:  Paola Brunori, Heleni Profyriou, Marichela Sepe