Responsabile: Prof.ssa Arch. Lucina Caravaggi - Sapienza Università di Roma
Negli ultimi 50 anni in Italia gli eventi sismici con magnitudo maggiore o uguale a 5.8 sono stati 18, otto dei quali con caratteri catastrofici. Il sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016 ha dimostrato ancora una volta che gli effetti dei terremoti sono particolarmente drammatici nelle aree interne del paese, già segnate da processi di spopolamento e abbandono. Su questo sfondo, il progetto SISMI, Tecnologie per il miglioramento della Sicurezza e la rIcostruzione dei centri Storici in area sisMIca – promosso dalla Regione Lazio all’interno del Centro di Eccellenza DTC Lazio – muove dalle esperienze che molti laboratori universitari e centri di ricerca del Lazio hanno avviato a supporto della ricostruzione ma, nello stesso tempo, propone una riflessione mirata al governo del rischio, all’avvio cioè di campagne di interventi diffusi di prevenzione e miglioramento sismico. In questa direzione il progetto SISMI ha proposto in primo luogo una rassegna di modi e strumenti avanzati per la conoscenza condivisa dei centri storici finalizzata a valutarne il grado di vulnerabilità, riferita sia alle strutture costruite che alle fragilità socio-economiche; a questo è seguita la disamina dei diversi strumenti necessari alla valutazione dei livelli pericolosità sismica locale. In secondo luogo è stata proposta una disamina critica delle differenti possibilità di miglioramento sismico e di tecnologie e materiali innovativi. Infine, è stato affrontato il ruolo dei test in laboratorio e l’auspicabile ricorso a sistemi di monitoraggio avanzati, intesi come strumenti di conoscenza capaci di diffondere una maggiore consapevolezza nei confronti del rischio. Il progetto SISMI è improntato al dialogo tra le differenti discipline che necessariamente collaborano a una nuova cultura del rischio, intesa come interazione tra sicurezza delle strutture, continuità di significati storici e culturali e prospettive socio-economiche, conformando in questo modo la resilienza delle comunità locali.
Obiettivi del progetto
Il progetto SISMI intende supportare scelte e attività regionali rivolte alla conservazione, valorizzazione e recupero del patrimonio storico-culturale in aree sismiche, fornendo strumenti attraverso i quali poter valutare necessità, opportunità e priorità di intervento; valutare il grado di vulnerabilità e pericolosità sismica; individuare concrete e praticabili possibilità di miglioramento e ricostruzione dei centri storici anche attraverso metodologie innovative e materiali di nuova generazione verificati, testati e monitorabili nel tempo. Il progetto ha previsto un approccio integrato e transdisciplinare a partire dalla convinzione che la sicurezza del territorio e dei beni storico-culturali sia l’esito di un processo dinamico di riduzione del rischio a cui collaborano elementi fisici e strutturali ed elementi socio-culturali, in grado di garantire e promuovere la resilienza delle comunità locali.
Il presente lavoro intende fornire un contributo concreto al superamento della logica del “ripartire-da- zero”, mettendo a disposizione delle amministrazioni una serie di dati, sperimentazioni e strumenti facilmente utilizzabili atti a ridurre tempi e costi di indagine e rendere chiari gli interventi necessari per il miglioramento sismico, la prevenzione e il monitoraggio.
In particolare il progetto ha perseguito i seguenti obiettivi:
fornire modalità e strumenti per la valutazione della vulnerabilità dei centri storici e del contesto storicoculturale, urbano e socioeconomico;
fornire modalità e strumenti per la valutazione della pericolosità sismica locale e della possibile occorrenza di pericolosità combinate;
permettere una valutazione delle possibilità di intervento, in termini di tecniche disponibili, economie, tempi;
individuare metodologie innovative e materiali di nuova generazione per il ripristino e il recupero 3
disseminare metodi e risultati dei Test di verifica sismica sui materiali per ricostruzione e il recupero;
fornire indicazioni sull’implementazione di sistemi di monitoraggio strutturale innovativi, a basso costo e facilmente utilizzabili.
Il progetto si è basato su tre tipi di attività:
conoscere: sviluppo di tecnologie e metodiche in grado di ottimizzare dati e conoscenze disponibili o acquisite per comprendere cosa integrare e implementare;
sperimentare: applicazione sperimentale di tecnologie e metodiche finalizzate a definire concretamente come intervenire;
monitorare: analisi di risultati, sperimentazioni, realizzazioni finalizzata a capire come migliorare;
ed è stato sviluppato attraverso 6 differenti Work Package, funzionali al raggiungimento degli obiettivi previsti:
I risultati della ricerca sono stati restituiti nel volume SISMI, pubblicato da Quodlibet, e disponibile QUI.
Bilancio di fine percorso
In piena attuazione del principio di transdisciplinarietà dichiarato in fase di scrittura del progetto SISMI, i WP leader e il coordinatore generale si sono dedicati con grande cura a garantire un reale dialogo e scambio di contenuti tra i differenti ambiti e gruppi di lavoro.
In primo luogo, pur rispettando gli specifici linguaggi tecnici delle varie discipline, è stata posta attenzione all’utilizzo di un vocabolario comune, un aspetto non solo formale ma atto a garantire una coerenza nei contenuti. La stessa attenzione è stata dedicata, sempre nel rispetto delle specificità degli ambiti, alla costruzione di comuni metodologie di lavoro e coerenti modalità di restituzione dei risultati. Ciò ha efficacemente aiutato nel dialogo interdisciplinare e nell’elaborazione di prodotti coerenti tra loro e più chiaramente divulgabili.
Come previsto nel progetto originario, i vari gruppi di lavoro hanno realmente interagito attraverso un proficuo scambio di conoscenze e dati. Questo è avvenuto non solo tra i vari task all’interno dello stesso WP, ma anche tra WP differenti. Quindi, sebbene ogni task abbia restituito in maniera individuale i risultati raggiunti e gli strumenti prodotti – poiché questi costituiscono conoscenze specifiche e strumenti utilizzabili singolarmente - il percorso di ricerca si è mosso su di un fertile terreno comune che ha reso possibile un confronto continuo tra i vari gruppi e le differenti le discipline. In tal senso gli esiti di SISMI non si configurano come una mera sommatoria di risultati separati, ma come una concreta dimostrazione che per ridurre la vulnerabilità sismica e mettere in atto efficaci strategie di recupero e prevenzione occorre agire contemporaneamente su più fronti e grazie al contributo sinergico di differenti professionalità.
La continua attività di verifica alle diverse scale (all’interno dei task, all’interno dei WP e tra WP e gruppo di coordinamento) ha in alcuni casi evidenziato la necessità di apportare dei cambiamenti rispetto al progetto originario. È questo il caso del WP2 e del WP6 che hanno visto una rimodulazione dei propri task, sia per una questione di omogeneità rispetto all’organizzazione degli altri WP, sia per una più efficace evidenziazione dei risultati innovativi prodotti. Ad ogni modo, le rimodulazioni non hanno comportato alcuna riduzione del lavoro, ma al contrario ne hanno migliorato la qualità.
Il progetto SISMI ha raggiunto risultati di notevole rilievo producendo un reale avanzamento di conoscenze e tecnologie, metodologie di analisi più precise e puntuali, indicazioni chiare sugli interventi da eseguire e valutazioni specifiche sulla loro efficacia, sperimentazioni di dispositivi e materiali di ultima generazione (innovazione).
L’ampliamento delle conoscenze è stato guidato dal principio di accessibilità. Molti dei dati ottenuti attraverso le attività di analisi e indagine sono infatti confluiti in database, portali web e applicazioni – già esistenti o appositamente realizzati – continuamente aggiornabili e facilmente interrogabili.
I risultati scientifici e le metodologie prodotte, frutto di sperimentazioni appositamente calate sui caratteri specifici del contesto di studio (applicabilità) e progettate in modo da ricavare risultati significativi (performance), vengono restituiti sottoforma di strumenti - linee guida, strumenti di calcolo, workflow - facilmente utilizzabili da parte delle amministrazioni e dagli uffici tecnici (praticabilità), generalizzabili e replicabili in contesti analoghi (replicabilità). In particolare, è stata dedicata attenzione non solo a esplicitare come intervenire, ma “quando” e “se”, fornendo parametri dettagliati in base ai tempi e alle economie a disposizione.
Elenco delle università, Dipartimenti, Istituti di Ricerca coinvolti
Sapienza, Università di Roma - RM1
DiAP - Dipartimento di Architettura e Progetto
CIRPA - Centro Interuniversitario di Ricerca in Psicologia Ambientale
DSDRA - Dipartimento di Storia Disegno e Restauro dell‘Architettura
CNIS-DIAEE - Centro di Ricerca per le Nanotecnologie Applicate all’Ingegneria (Dipartimento di Ingegneria
Astronautica, Elettrica ed Energetica)
DISG - Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica
CISTEC–DICMA - Centro di ricerca in Scienza e tecnica per la conservazione del patrimonio storico architettonico (Dipartimento Ingegneria Chimica Materiali Ambiente)
DST- Dipartimento di Scienze della Terra
Università della Tuscia - Unitus
Dipartimento per l’Innovazione dei Sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali DIBAF - WOODINCULT
Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR
DSU - Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale
ISMed - Istituto di Studi sul Mediterraneo
IGAG - Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria
ISPC - Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale
ISMN - Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati
IAC - Istituto per le Applicazioni del Calcolo “M. Picone”
INM – Istituto Ingegneria del Mare
ENEA
SSPT - Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali
Università degli Studi Roma Tre - RM3
Dipartimento di Architettura
Dipartimento di Ingegneria
Dipartimento di Scienze
Università di Cassino e del Lazio Meridionale -Unicas
DICEM - Dipartimento di Ingegneria Civile e Meccanica
DLF – Dipartimento di Lettere e Filosofia
Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - INFN
Istituti del MiBAC
Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
Istituto Centrale per il Restauro
Università degli Studi Guglielmo Marconi
Dipartimento di Ingegneria della Sostenibilità, Università degli Studi Guglielmo Marconi
copertina 2.png
Responsabile: Prof.ssa Arch. Lucina Caravaggi - Sapienza Università di Roma
Negli ultimi 50 anni in Italia gli eventi sismici con magnitudo maggiore o uguale a 5.8 sono stati 18, otto dei quali con caratteri catastrofici. Il sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016 ha dimostrato ancora una volta che gli effetti dei terremoti sono particolarmente drammatici nelle aree interne del paese, già segnate da processi di spopolamento e abbandono.
Su questo sfondo, il progetto SISMI, Tecnologie per il miglioramento della Sicurezza e la rIcostruzione dei centri Storici in area sisMIca – promosso dalla Regione Lazio all’interno del Centro di Eccellenza DTC Lazio – muove dalle esperienze che molti laboratori universitari e centri di ricerca del Lazio hanno avviato a supporto della ricostruzione ma, nello stesso tempo, propone una riflessione mirata al governo del rischio, all’avvio cioè di campagne di interventi diffusi di prevenzione e miglioramento sismico.
In questa direzione il progetto SISMI ha proposto in primo luogo una rassegna di modi e strumenti avanzati per la conoscenza condivisa dei centri storici finalizzata a valutarne il grado di vulnerabilità, riferita sia alle strutture costruite che alle fragilità socio-economiche; a questo è seguita la disamina dei diversi strumenti necessari alla valutazione dei livelli pericolosità sismica locale.
In secondo luogo è stata proposta una disamina critica delle differenti possibilità di miglioramento sismico e di tecnologie e materiali innovativi.
Infine, è stato affrontato il ruolo dei test in laboratorio e l’auspicabile ricorso a sistemi di monitoraggio avanzati, intesi come strumenti di conoscenza capaci di diffondere una maggiore consapevolezza nei confronti del rischio.
Il progetto SISMI è improntato al dialogo tra le differenti discipline che necessariamente collaborano a una nuova cultura del rischio, intesa come interazione tra sicurezza delle strutture, continuità di significati storici e culturali e prospettive socio-economiche, conformando in questo modo la resilienza delle comunità locali.
Obiettivi del progetto
Il progetto SISMI intende supportare scelte e attività regionali rivolte alla conservazione, valorizzazione e recupero del patrimonio storico-culturale in aree sismiche, fornendo strumenti attraverso i quali poter valutare necessità, opportunità e priorità di intervento; valutare il grado di vulnerabilità e pericolosità sismica; individuare concrete e praticabili possibilità di miglioramento e ricostruzione dei centri storici anche attraverso metodologie innovative e materiali di nuova generazione verificati, testati e monitorabili nel tempo. Il progetto ha previsto un approccio integrato e transdisciplinare a partire dalla convinzione che la sicurezza del territorio e dei beni storico-culturali sia l’esito di un processo dinamico di riduzione del rischio a cui collaborano elementi fisici e strutturali ed elementi socio-culturali, in grado di garantire e promuovere la resilienza delle comunità locali.
Il presente lavoro intende fornire un contributo concreto al superamento della logica del “ripartire-da- zero”, mettendo a disposizione delle amministrazioni una serie di dati, sperimentazioni e strumenti facilmente utilizzabili atti a ridurre tempi e costi di indagine e rendere chiari gli interventi necessari per il miglioramento sismico, la prevenzione e il monitoraggio.
In particolare il progetto ha perseguito i seguenti obiettivi:
Il progetto si è basato su tre tipi di attività:
ed è stato sviluppato attraverso 6 differenti Work Package, funzionali al raggiungimento degli obiettivi previsti:
I risultati della ricerca sono stati restituiti nel volume SISMI, pubblicato da Quodlibet, e disponibile QUI.
Bilancio di fine percorso
In piena attuazione del principio di transdisciplinarietà dichiarato in fase di scrittura del progetto SISMI, i WP leader e il coordinatore generale si sono dedicati con grande cura a garantire un reale dialogo e scambio di contenuti tra i differenti ambiti e gruppi di lavoro.
In primo luogo, pur rispettando gli specifici linguaggi tecnici delle varie discipline, è stata posta attenzione all’utilizzo di un vocabolario comune, un aspetto non solo formale ma atto a garantire una coerenza nei contenuti. La stessa attenzione è stata dedicata, sempre nel rispetto delle specificità degli ambiti, alla costruzione di comuni metodologie di lavoro e coerenti modalità di restituzione dei risultati. Ciò ha efficacemente aiutato nel dialogo interdisciplinare e nell’elaborazione di prodotti coerenti tra loro e più chiaramente divulgabili.
Come previsto nel progetto originario, i vari gruppi di lavoro hanno realmente interagito attraverso un proficuo scambio di conoscenze e dati. Questo è avvenuto non solo tra i vari task all’interno dello stesso WP, ma anche tra WP differenti. Quindi, sebbene ogni task abbia restituito in maniera individuale i risultati raggiunti e gli strumenti prodotti – poiché questi costituiscono conoscenze specifiche e strumenti utilizzabili singolarmente - il percorso di ricerca si è mosso su di un fertile terreno comune che ha reso possibile un confronto continuo tra i vari gruppi e le differenti le discipline. In tal senso gli esiti di SISMI non si configurano come una mera sommatoria di risultati separati, ma come una concreta dimostrazione che per ridurre la vulnerabilità sismica e mettere in atto efficaci strategie di recupero e prevenzione occorre agire contemporaneamente su più fronti e grazie al contributo sinergico di differenti professionalità.
La continua attività di verifica alle diverse scale (all’interno dei task, all’interno dei WP e tra WP e gruppo di coordinamento) ha in alcuni casi evidenziato la necessità di apportare dei cambiamenti rispetto al progetto originario. È questo il caso del WP2 e del WP6 che hanno visto una rimodulazione dei propri task, sia per una questione di omogeneità rispetto all’organizzazione degli altri WP, sia per una più efficace evidenziazione dei risultati innovativi prodotti. Ad ogni modo, le rimodulazioni non hanno comportato alcuna riduzione del lavoro, ma al contrario ne hanno migliorato la qualità.
Il progetto SISMI ha raggiunto risultati di notevole rilievo producendo un reale avanzamento di conoscenze e tecnologie, metodologie di analisi più precise e puntuali, indicazioni chiare sugli interventi da eseguire e valutazioni specifiche sulla loro efficacia, sperimentazioni di dispositivi e materiali di ultima generazione (innovazione).
L’ampliamento delle conoscenze è stato guidato dal principio di accessibilità. Molti dei dati ottenuti attraverso le attività di analisi e indagine sono infatti confluiti in database, portali web e applicazioni – già esistenti o appositamente realizzati – continuamente aggiornabili e facilmente interrogabili.
I risultati scientifici e le metodologie prodotte, frutto di sperimentazioni appositamente calate sui caratteri specifici del contesto di studio (applicabilità) e progettate in modo da ricavare risultati significativi (performance), vengono restituiti sottoforma di strumenti - linee guida, strumenti di calcolo, workflow - facilmente utilizzabili da parte delle amministrazioni e dagli uffici tecnici (praticabilità), generalizzabili e replicabili in contesti analoghi (replicabilità). In particolare, è stata dedicata attenzione non solo a esplicitare come intervenire, ma “quando” e “se”, fornendo parametri dettagliati in base ai tempi e alle economie a disposizione.
SISMI - progresso culturale.png
Elenco delle università, Dipartimenti, Istituti di Ricerca coinvolti
Sapienza, Università di Roma - RM1
Università della Tuscia - Unitus
Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR
ENEA
Università degli Studi Roma Tre - RM3
Università di Cassino e del Lazio Meridionale -Unicas
Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - INFN
Istituti del MiBAC
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