Laboratorio di antropologia – Study of human skeletal remains using morphological and molecular analyses

Dipartimento di appartenenza: 
BIOLOGIA
Responsabile: 
Prof.ssa Olga Rickards (rickards@uniroma2.it); Dott.ssa Cristina Martinez- Labarga (cristinamartinezlabarga@gmail.com )
Descrizione delle principali attività legate ai beni e alle attività culturali: 

Lo scheletro umano rappresenta un bene culturale in quanto è un vero e proprio archivio di dati sulle popolazioni antiche. Le attività sono volte al recupero, conservazione, valorizzazione e analisi dei resti scheletrici umani. Lo studio morfologico permette di ricostruire le caratteristiche fisiche, le condizioni di vita e lo stato di salute degli individui, nonché la paleodemografia e gli adattamenti biologici e culturali delle popolazioni. Inoltre è possibile effettuare la ricostruzione tridimensionale del volto attraverso la grafica 3D. L’archeoantropologia molecolare studiando le biomolecole antiche ricostruisce la paleodieta, analizza la composizione genetica delle popolazioni per studiare i rapporti di parentela e le dinamiche di popolamento delle diverse aree geografiche, gli eventuali difetti genetici, nonché alcuni geni correlati con l’aspetto fisico, consente inoltre di determinare il sesso degli inumati quando non è possibile utilizzare i metodi anatomo-morfologici.

Strumentazioni disponibili: 

Per lo studio morfologico dei resti scheletrici si utilizzano: compassi a branche dritte e a branche curve, mandibulometro, tavola osteometrica e cinte metriche; per la ricostruzione in grafica 3D le tavolette grafiche. Laboratori specializzati del Centro dipartimentale di “Antropologia molecolare per lo studio del DNA antico” a Villa Mondragone (Monte Porzio Catone, Roma). Il Centro presenta tutte le caratteristiche e le attrezzature per condurre l'analisi dell'aDNA: dispositivi anti-contaminazione mantenuti a pressione positiva, lampade UV e filtri HEPA, accesso limitato per evitare la contaminazione con DNA umano attuale, come raccomandato a livello internazionale. In particolare, la struttura è formata da stanze consecutive, e ogni ambiente è dotato di fonti di luce UV (254nm) che possono essere accese e spente dall'esterno. Nella prima stanza gli operatori cambiano i loro indumenti in ambiente controllato. Nelle seconda camera viene effettuato il pretrattamento dei campioni, ossia la rimozione della parte superficiale e/o la decontaminazione tramite esposizione ai raggi UV, e il recupero del campione biologico da polverizzare e pesare. Gli strumenti utilizzati sono: